NOTIZIA ANSA del 26 maggio 2009

Fallimento Elmec: tre a giudizio! Sono i titolari dell'azienda metalmeccanica catanese.

Il Gup di Catania ha rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta e documentale gli ex titolari della Elmec. E' l'azienda metalmeccanica di Piano Tavola dichiarata fallita nel 2006.

Davanti ai giudici dovranno comparire, come imputati, l'imprenditore Giovanni Maglia, sua madre Nunzia Basile Rizzo e il socio Mario Daniele Bonaccorso. Nel processo si sono costituiti parte civile i sindacati, 30 ex dipendenti dell'azienda e uno dei curatori

I "POTENTI" CHE GIA' SAPEVANO!!!

Già nella primavera del 2006, il “sistema” finanziario trentino era stato formalmente allarmato in proposito, e in particolare:


  1. ISA SpA, azionista della Royal&Loyal SpA, il suo Presidente Prof. G. Pegoretti e il suo Amm. Delegato dott. G. Francheschi;
  2. il Vescovo di Trento, Mons. L. Bressan, quale rappresentante della Chiesa Tridentina, maggiore azionista di ISA SpA;
  3. Banca Antonveneta, in merito alla sottrazione indebita da parte di Bonaccorso del finanziamento di euro 1.000.000,00;
  4. Unicredit Banca d'Impresa, in merito alla reale situazione finanziaria di Recta Capital srl che mai aveva posseduto una somma pari a euro 8.400.000,00, e difficilmente avrebbe potuto sostenere il costo di un mutuo ipotecario per una somma superiore a euro 6.500.000,00;ù
  5. Confidi di Trento, in merito alle avventate garanzie consortili rilasciate al Bonaccorso

Perché NESSUNO ha voluto credere a tali denuncie?

Perché un ostinato "silenzio" ha caratterizzato l'atteggiamento di molti professionisti, danneggiando addirittura i loro Azionisti?

Eppure la "gravità" dei fatti era già ben evidente fin dai loro albori!

La vicenda nasce nell’estate del 2005, quando Giovanni Pio Rosario Maglia sottrae indebitamente l'immobile di proprietà della Elemec SpA di Belpasso (Catania), dove il Maglia è Amministratore.
Infatti detto immobile viene ceduto alla Atlantic Real Estate srl (Amministratore Nunzia Basile Rizzo, madre del Maglia, che è intestatario delle relative quote attraverso la GMR Holding2 srl), per approdare alla Leonard srl (Amministratore dapprima Francesca Rejna, moglie del Maglia, quindi – alla fine 2006 - il Maglia stesso) ed essere ceduto alla Recta Capital srl (Amm. Unico Mario Daniele Bonaccorso) che lo conferisce alla trentina 3D’N SpA (Amm. Unico sempre il Bonaccorso).
Anche il percorso geografico è alquanto “curioso”: l’immobile attraversa in pochi mesi praticamente tutta l’Italia, da Sud a Nord e viceversa: da Catania (Elmec) a Roma (Atlantic), quindi a Milano (Leonard), poi a Trento (Recta), quindi nuovamente a Milano (3D’N).

Il Bonaccorso, da parte sua, a fine dicembre 2005 davanti al Notaio La Noce di Catania dichiara di avere già effettuato via Recta Capital srl il pagamento di un acconto pari a € 8 milioni e 400mila, per l’acquisto del suddetto immobile, su un valore complessivo di euro 12 milioni...

Peccato, però, che Recta Capital non è mai stata in possesso di una tale somma!!!

Nel gennaio 2006 vengono altresì scoperti “irregolari” utilizzi di finanziamenti / affidamenti bancari addirittura in seno alla società Royal&Loyal SpA (ex Recom e partecipata da ISA SpA), sempre da parte dell’Amm. Delegato Bonaccorso:
- € 500.000,00 quale cauzione per l’operazione immobiliare di cui sopra,
- €200.000,00 quale acconto per l’acquisto di un catamarano di lusso in Polonia.

Le conseguenze di tutto ciò?

Solo a Trento 3 fallimenti: Royal&Loyal SpA – Recta Capital srl – E.Lab srl, con la perdita di un fatturato complessivo superiore a 15 milioni di euro e la cancellazione di una eredità imprenditoriale tra le più significative per la Provincia Autonoma di Trento.

PERCHE' ALCUNI GIUDICI DEL TRIBUNALE DI TRENTO, HANNO CREDUTO ALLE STRAMPALATE BUGIE DEL BONACCORSO?

Ovviamente la prima difesa del Bonaccorso è stato un attacco sfrontato e assurdo a chi denunciava un tale scenario.
Molteplici iniziative giudiziarie - penali e civili - si sono intrecciate in tutta questa vicenda e alcuni Giudici del Tribunale di Trento hanno ceduto e creduto più alle fantasiosità economiche del Bonaccorso, che a quanto direttamente o indirettamente veniva man mano portato alla loro conoscenza.
Eppure molti erano gli elementi per un'oggettiva e serena valutazione dei fatti!
Possibile che in Italia le procedure della Giustizia abbiano il sopravvento sulla "verità"?